AUGURIAMO A TUTTI BUONE FESTE
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giovedì 18 dicembre 2008
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auguri
giovedì 11 dicembre 2008
SCUOLA: RIFORMA SUPERIORI NEL 2010 E MAESTRO UNICO SOLO SU RICHIESTA
Slitta a settembre 2010 la riforma delle superiori, inizialmente prevista per il 2009; confermato l'avvio da settembre della riforma del primo ciclo e l'introduzione del maestro unico avverra' solo su richiesta delle famiglie. Questi i punti fissati oggi durante l'incontro a Palazzo Chigi sulla riforma della scuola tra sindacati e Governo.SCUOLA INFANZIA. Riconferma delle 40 ore, con doppio organico, quale modello da privilegiare nella scuola dell'infanzia, rendendo residuale l'ipotesi del funzionamento solo antimeridiano.
MAESTRO UNICO E ORARIO SCUOLA PRIMARIA. Previsione di attivare il modello a 24 ore, nella scuola primaria, solo nelle prime classi e solo a richiesta delle famiglie, salvaguardando le diverse articolazioni orarie e in particolare il ''tempo pieno'', per il quale si conferma l'assegnazione di due docenti per classe.
ORARIO SCUOLE MEDIE. Salvaguardia del ''tempo scuola'' a 30 ore e delle opportunita' per il ''tempo prolungato'', nella scuola media.
NUMERO ALUNNI PER CLASSI. Mantenimento, per il prossimo anno scolastico, degli attuali parametri per quanto riguarda il numero massimo di alunni per classe.
SOSTEGNO ALUNNI DISABILI. Impegno a confermare le risorse necessarie per il sostegno agli alunni disabili con un docente ogni due studenti.
RINVIO RIFORMA SCUOLA SUPERIORE. Rinvio di un anno dei nuovi ordinamenti della scuola secondaria di secondo grado.
In particolare, i punti principali della riforma sono lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici, piu' legame tra le richieste del mondo del lavoro e la scuola, il riordino degli istituti tecnici e piu' opportunita' per le famiglie. Saranno messe a regime le migliori esperienze delle sperimentazioni, l'aumento dello studio della lingua inglese, l'aumento delle ore scientifiche e di matematica, la riforma degli istituti tecnici che passano da 39 a 11 e la riorganizzazione del sistema dei licei.
martedì 9 dicembre 2008
SCIOPERO DEL 12 DICEMBRE 2008
Milano e Ticino Olona
Ore 9.00 Manifestazione a Milano. Concentramento a Porta Venezia.
Comizio in Piazza Castello. Conclusioni di Morena Piccinini della Segreteria CGIL nazionale. Continua a leggere...
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MANIFESTAZIONE
venerdì 5 dicembre 2008
Scuola, i vescovi contro i tagli
La Cei in campo: è crisi profonda.Ma dall'esecutivo arriva la frenata:«Stanziati 120 milioni per il 2009»Il Pd: così le materne sono a rischio
CITTÀ DEL VATICANO
I nuovi tagli agli istituti scolastici paritari, previsti dalla finanziaria del governo Berlusconi, aprono una «crisi» e presto «le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese». La Cei scende in campo e lancia un avviso al governo, che frena. I fondi per le scuole paritarie «vengono ripristinati» assicura il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas.
In mattinata monsignor Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per l’educazione, aveva spiegato: «In questa situazione di tagli alla scuola paritaria - ha spiegato mons. Stenco - «non si tratta di restituzione: a questo punto si è aperta una crisi molto più profonda e le federazioni delle scuole cattoliche presto si mobiliteranno in tutto il Paese». Secondo mons. Stenco «qui si vuole la scuola statale e la scuola commerciale, lo stato e il mercato ma non il privato sociale che rappresentiamo noi e che fa la scuola non per interesse privato, ma per interessi pubblici». «Tra stato e mercato - si è chiesto il vescovo - perchè colpire proprio il privato sociale?». «Non è il taglio da 130 milioni di euro di adesso che fa scoppiare la scuola cattolica - ha aggiunto mons. Stenco -. Il punto è che sono dieci anni che il finanziamento si è inceppato. Può una scuola parrocchiale, ad esempio, permettersi ogni anno una passività di 20,25 mila euro? Dopo 10 anni che cosa è divenuta? 250 mila euro. E il contributo dello Stato - ha concluso - serve a malapena a pagare gli stipendi».
Poco dopo a spiegare la posizione ufficiale dei vescovi è stato don Domenico Pompili portavoce della Cei: «Siamo preoccupati, come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico, per il destino delle scuole pubbliche non statali», ha affermato il direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali. «Tuttavia – ha aggiunto - pur consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo negli impegni che il Governo ha assunto pubblicamente».
Il governo, poi, ha chiuso la polemica: «Possono stare tranquilli, possono dormire su quattro cuscini» ha detto Vegas, spiegando che con un emendamento del relatore al ddl Bilancio vengono stanziati 120 milioni per il 2009.
Giuseppe Fioroni, coordinatore dell’area Organizzazione del Pd ed ex ministro della Scuola ha attaccato: «Ci siamo abituati alle bugie del governo. Mi ostino però a credere che voglia, prima della fine dell’anno, ripristinare i 130 milioni di tagli alle suole paritarie, che sommati ad ulteriori accantonamenti, mette in discussione il diritto del 48% di bambini delle scuole dell’infanzia a poterne usufruire». Continua a leggere...
CITTÀ DEL VATICANO
I nuovi tagli agli istituti scolastici paritari, previsti dalla finanziaria del governo Berlusconi, aprono una «crisi» e presto «le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese». La Cei scende in campo e lancia un avviso al governo, che frena. I fondi per le scuole paritarie «vengono ripristinati» assicura il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas.
In mattinata monsignor Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per l’educazione, aveva spiegato: «In questa situazione di tagli alla scuola paritaria - ha spiegato mons. Stenco - «non si tratta di restituzione: a questo punto si è aperta una crisi molto più profonda e le federazioni delle scuole cattoliche presto si mobiliteranno in tutto il Paese». Secondo mons. Stenco «qui si vuole la scuola statale e la scuola commerciale, lo stato e il mercato ma non il privato sociale che rappresentiamo noi e che fa la scuola non per interesse privato, ma per interessi pubblici». «Tra stato e mercato - si è chiesto il vescovo - perchè colpire proprio il privato sociale?». «Non è il taglio da 130 milioni di euro di adesso che fa scoppiare la scuola cattolica - ha aggiunto mons. Stenco -. Il punto è che sono dieci anni che il finanziamento si è inceppato. Può una scuola parrocchiale, ad esempio, permettersi ogni anno una passività di 20,25 mila euro? Dopo 10 anni che cosa è divenuta? 250 mila euro. E il contributo dello Stato - ha concluso - serve a malapena a pagare gli stipendi».
Poco dopo a spiegare la posizione ufficiale dei vescovi è stato don Domenico Pompili portavoce della Cei: «Siamo preoccupati, come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico, per il destino delle scuole pubbliche non statali», ha affermato il direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali. «Tuttavia – ha aggiunto - pur consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo negli impegni che il Governo ha assunto pubblicamente».
Il governo, poi, ha chiuso la polemica: «Possono stare tranquilli, possono dormire su quattro cuscini» ha detto Vegas, spiegando che con un emendamento del relatore al ddl Bilancio vengono stanziati 120 milioni per il 2009.
Giuseppe Fioroni, coordinatore dell’area Organizzazione del Pd ed ex ministro della Scuola ha attaccato: «Ci siamo abituati alle bugie del governo. Mi ostino però a credere che voglia, prima della fine dell’anno, ripristinare i 130 milioni di tagli alle suole paritarie, che sommati ad ulteriori accantonamenti, mette in discussione il diritto del 48% di bambini delle scuole dell’infanzia a poterne usufruire». Continua a leggere...
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ARTICOLI
MOZIONE APPROVATA A LARGA MAGGIORANZA
dal Collegio Docenti e dal Consiglio di Istituto del 25/11/2008
Il Collegio Docenti della SMS “L.Conti” di Buccinasco (MI), vista la legge 133/08 e in particolare l’art. 64, visto il PIANO PROGRAMMATICO degli INTERVENTI SULLA SCUOLA, visto il DL .137, esprime preoccupazione e contrarietà per l’insieme dei provvedimenti che anzichè costituire un progetto di riforma per le scuole, sono volti soltanto ad una “razionalizzazione” delle risorse umane che in tre anni si impegna a tagliare 87.400 posti tra i docenti e 44.500 posti del personale ATA.
Non c’è alcun margine all’incomprensione o alla falsificazione di questo piano deleterio perchè il quadro è presentato in modo chiaro e puntuale.
I tagli si ottengono in gran parte nelle scuole di base:
1. dall’innalzamento del rapporto alunni/classe (12.800 posti nel triennio)
2. dalla determinazione dell’organico delle scuole primarie e secondarie di 1° grado con il solo orario obbligatorio (44.800 posti nel triennio)
3. dalla riduzione degli specialisti in lingua inglese nelle scuole primarie (11.200 posti).
In tre anni le classi dovranno avere mediamente 4 alunni in più.
Ben 26.900 posti in organico verranno sottratti nel triennio 2009/2012 alle scuole secondarie di 1° grado rendendo di fatto inattuabile quell’autonomia organizzativa e didattica prevista dalla legge di rango costituzionale sull’AUTONOMIA delle ISTITUZIONI SCOLASTICHE che ha permesso alle scuole di realizzare processi formativi funzionali alla crescita e al diritto di apprendere degli alunni, i quali vengono così arricchiti da esperienze laboratoriali diverse, attività di recupero e potenziamento, progetti, integrazione degli alunni stranieri, uscite didattiche finalizzate alla crescita culturale, attraverso la conoscenza diretta di opere d’arte, ambienti naturali e storici.
La cosiddetta “essenzializzazione” della scuola promossa dal governo e dal ministro Gelmini si presenta quindi soltanto come un impoverimento e una restrizione dell’offerta formativa, e una riduzione drastica delle risorse umane che rappresentano l’elemento fondamentale della scuola.
Il ritorno all’”antico” voto decimale è solo una scelta semplificatoria e mediatica falsamente rassicurante per “incantare” le famiglie e nascondere la reale mancanza di un progetto che possa essere definito “riforma” della scuola.
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Il Collegio Docenti della SMS “L.Conti” di Buccinasco (MI), vista la legge 133/08 e in particolare l’art. 64, visto il PIANO PROGRAMMATICO degli INTERVENTI SULLA SCUOLA, visto il DL .137, esprime preoccupazione e contrarietà per l’insieme dei provvedimenti che anzichè costituire un progetto di riforma per le scuole, sono volti soltanto ad una “razionalizzazione” delle risorse umane che in tre anni si impegna a tagliare 87.400 posti tra i docenti e 44.500 posti del personale ATA.
Non c’è alcun margine all’incomprensione o alla falsificazione di questo piano deleterio perchè il quadro è presentato in modo chiaro e puntuale.
I tagli si ottengono in gran parte nelle scuole di base:
1. dall’innalzamento del rapporto alunni/classe (12.800 posti nel triennio)
2. dalla determinazione dell’organico delle scuole primarie e secondarie di 1° grado con il solo orario obbligatorio (44.800 posti nel triennio)
3. dalla riduzione degli specialisti in lingua inglese nelle scuole primarie (11.200 posti).
In tre anni le classi dovranno avere mediamente 4 alunni in più.
Ben 26.900 posti in organico verranno sottratti nel triennio 2009/2012 alle scuole secondarie di 1° grado rendendo di fatto inattuabile quell’autonomia organizzativa e didattica prevista dalla legge di rango costituzionale sull’AUTONOMIA delle ISTITUZIONI SCOLASTICHE che ha permesso alle scuole di realizzare processi formativi funzionali alla crescita e al diritto di apprendere degli alunni, i quali vengono così arricchiti da esperienze laboratoriali diverse, attività di recupero e potenziamento, progetti, integrazione degli alunni stranieri, uscite didattiche finalizzate alla crescita culturale, attraverso la conoscenza diretta di opere d’arte, ambienti naturali e storici.
La cosiddetta “essenzializzazione” della scuola promossa dal governo e dal ministro Gelmini si presenta quindi soltanto come un impoverimento e una restrizione dell’offerta formativa, e una riduzione drastica delle risorse umane che rappresentano l’elemento fondamentale della scuola.
Il ritorno all’”antico” voto decimale è solo una scelta semplificatoria e mediatica falsamente rassicurante per “incantare” le famiglie e nascondere la reale mancanza di un progetto che possa essere definito “riforma” della scuola.
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LAURA CONTI
martedì 2 dicembre 2008
Care mamme e cari papà
Care mamme e cari papà,
sappiamo che molti di voi faticano a comprendere il nostro disaccordo sui cambiamenti previsti dalla Ministra Gelmini. Gli organi di informazione danno notizie contrastanti e i nostri governanti tentano in ogni modo di tranquillizzare le famiglie. Abbiamo deciso perciò di scrivervi per spiegarvi il nostro punto di vista.
.Prima di tutto vi invitiamo a ricordare che ogni cambiamento va valutato in relazione alla realtà in cui è inserito. Oggi le bambine e i bambini sono molto diversi da ciò che eravamo noi da piccoli e anche la relazione tra noi - educatrici, educatori, madri e padri - e loro, è molto cambiata.
Quando eravamo piccoli le trasmissioni televisive iniziavano nel tardo pomeriggio. I cortili e le strade dei quartieri erano piene di bambini che giocavano con cartoni, sassi, legni, biglie. I vicini di casa erano legittimati a richiamarci all’ordine, quando le nostre grida o i nostri giochi diventavano troppo vivaci.
Un richiamo da parte di un estraneo aveva per noi ugual effetto delle sgridate dei nostri genitori.
Le famiglie, i quartieri, le relazioni tra vicini di casa oggi sono diverse, di conseguenza il mondo in cui crescono i nostri bambini è differente. Molti rimpiangono la semplicità del passato. Non possiamo però ritrovare l’atmosfera di un tempo che non c’è più, negando i nuovi bisogni e le nuove abilità dei bimbi di oggi. Game boy, play station, computer e televisione ad ogni ora: non possiamo far finta che anche questo non influisca sulle modalità di apprendimento delle nuove generazioni.
Noi siamo convinte che la scuola del fare attivo, dell’ apprendimento concreto e “dell’ imparare ad imparare” sia sempre più necessaria e sappiamo, per esperienza diretta, che i tempi sono strettamente legati alla qualità. Creare occasioni di apprendimento significa dare possibilità di maturare idee e strategie che rimarranno nel bagaglio culturale dei bambini. Tutto questo richiede un tempo consistente, in cui tutte le “materie” siano integrate e finalizzate ad obiettivi significativi.
Il decreto Gelmini recita all’art. 4 che “ nell’ambito degli obiettivi di contenimento… è previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono (l’errore di congiuntivo è della ministra!!!) classi affidate ad un solo insegnante funzionanti con orario di 24 ore settimanali”. Nessuno può avere dubbi in proposito: meno tempo significherà tornare ad una scuola di nozionismo e negherà i bisogni delle nuove intelligenze dei bambini. Un solo docente non potrà organizzare laboratori e percorsi di apprendimento individualizzati o portare la classe a una mostra, a un museo o a scuola natura.
Il decreto prosegue dichiarando: “nei regolamenti si tiene conto delle esigenze delle famiglie di una più ampia articolazione del tempo scuola”. E’ prevedibile, pertanto, un ritorno al vecchio doposcuola, magari costituito da progetti scollegati tra loro e non integrati ai programmi delle classi e a pagamento (la scuola dell’obbligo è garantita, infatti, solo per 24 ore settimanali!).
Il nostro modo di vivere il tempo scuola subirà una regressione per noi inaccettabile.
Così come è inaccettabile che l’articolo del decreto si apra con una motivazione puramente economica: “nell’ ambito degli obiettivi di contenimento…”.
Chiediamo che siano altre le spese da contenere, ad esempio riducendo il numero dei nostri deputati e degli stipendi che percepiscono, nonostante le loro numerose assenze.
Speriamo di aver chiarito le ragioni delle nostre preoccupazioni e aspettiamo le vostre osservazioni.
Le maestre e i maestri della “Casa del Sole” di Milano
. Continua a leggere...
sappiamo che molti di voi faticano a comprendere il nostro disaccordo sui cambiamenti previsti dalla Ministra Gelmini. Gli organi di informazione danno notizie contrastanti e i nostri governanti tentano in ogni modo di tranquillizzare le famiglie. Abbiamo deciso perciò di scrivervi per spiegarvi il nostro punto di vista.
.Prima di tutto vi invitiamo a ricordare che ogni cambiamento va valutato in relazione alla realtà in cui è inserito. Oggi le bambine e i bambini sono molto diversi da ciò che eravamo noi da piccoli e anche la relazione tra noi - educatrici, educatori, madri e padri - e loro, è molto cambiata.
Quando eravamo piccoli le trasmissioni televisive iniziavano nel tardo pomeriggio. I cortili e le strade dei quartieri erano piene di bambini che giocavano con cartoni, sassi, legni, biglie. I vicini di casa erano legittimati a richiamarci all’ordine, quando le nostre grida o i nostri giochi diventavano troppo vivaci.
Un richiamo da parte di un estraneo aveva per noi ugual effetto delle sgridate dei nostri genitori.
Le famiglie, i quartieri, le relazioni tra vicini di casa oggi sono diverse, di conseguenza il mondo in cui crescono i nostri bambini è differente. Molti rimpiangono la semplicità del passato. Non possiamo però ritrovare l’atmosfera di un tempo che non c’è più, negando i nuovi bisogni e le nuove abilità dei bimbi di oggi. Game boy, play station, computer e televisione ad ogni ora: non possiamo far finta che anche questo non influisca sulle modalità di apprendimento delle nuove generazioni.
Noi siamo convinte che la scuola del fare attivo, dell’ apprendimento concreto e “dell’ imparare ad imparare” sia sempre più necessaria e sappiamo, per esperienza diretta, che i tempi sono strettamente legati alla qualità. Creare occasioni di apprendimento significa dare possibilità di maturare idee e strategie che rimarranno nel bagaglio culturale dei bambini. Tutto questo richiede un tempo consistente, in cui tutte le “materie” siano integrate e finalizzate ad obiettivi significativi.
Il decreto Gelmini recita all’art. 4 che “ nell’ambito degli obiettivi di contenimento… è previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono (l’errore di congiuntivo è della ministra!!!) classi affidate ad un solo insegnante funzionanti con orario di 24 ore settimanali”. Nessuno può avere dubbi in proposito: meno tempo significherà tornare ad una scuola di nozionismo e negherà i bisogni delle nuove intelligenze dei bambini. Un solo docente non potrà organizzare laboratori e percorsi di apprendimento individualizzati o portare la classe a una mostra, a un museo o a scuola natura.
Il decreto prosegue dichiarando: “nei regolamenti si tiene conto delle esigenze delle famiglie di una più ampia articolazione del tempo scuola”. E’ prevedibile, pertanto, un ritorno al vecchio doposcuola, magari costituito da progetti scollegati tra loro e non integrati ai programmi delle classi e a pagamento (la scuola dell’obbligo è garantita, infatti, solo per 24 ore settimanali!).
Il nostro modo di vivere il tempo scuola subirà una regressione per noi inaccettabile.
Così come è inaccettabile che l’articolo del decreto si apra con una motivazione puramente economica: “nell’ ambito degli obiettivi di contenimento…”.
Chiediamo che siano altre le spese da contenere, ad esempio riducendo il numero dei nostri deputati e degli stipendi che percepiscono, nonostante le loro numerose assenze.
Speriamo di aver chiarito le ragioni delle nostre preoccupazioni e aspettiamo le vostre osservazioni.
Le maestre e i maestri della “Casa del Sole” di Milano
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APPELLO
ANDIAMO A CANTARE PER LA SCUOLA PUBBLICA ALLA PRIMA DELLA SCALA?
Il Comitato Genitori-Docenti di Sesto San Giovanni propone per il 7 dicembre, in occasione della prima della Scala a Milano, un grande coro per la scuola pubblica.
LINK A RETE SCUOLE PER SAPERNE DI PIU'
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Il Comitato Genitori-Docenti di Sesto San Giovanni propone per il 7 dicembre, in occasione della prima della Scala a Milano, un grande coro per la scuola pubblica.
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