dal Collegio Docenti e dal Consiglio di Istituto del 25/11/2008
Il Collegio Docenti della SMS “L.Conti” di Buccinasco (MI), vista la legge 133/08 e in particolare l’art. 64, visto il PIANO PROGRAMMATICO degli INTERVENTI SULLA SCUOLA, visto il DL .137, esprime preoccupazione e contrarietà per l’insieme dei provvedimenti che anzichè costituire un progetto di riforma per le scuole, sono volti soltanto ad una “razionalizzazione” delle risorse umane che in tre anni si impegna a tagliare 87.400 posti tra i docenti e 44.500 posti del personale ATA.
Non c’è alcun margine all’incomprensione o alla falsificazione di questo piano deleterio perchè il quadro è presentato in modo chiaro e puntuale.
I tagli si ottengono in gran parte nelle scuole di base:
1. dall’innalzamento del rapporto alunni/classe (12.800 posti nel triennio)
2. dalla determinazione dell’organico delle scuole primarie e secondarie di 1° grado con il solo orario obbligatorio (44.800 posti nel triennio)
3. dalla riduzione degli specialisti in lingua inglese nelle scuole primarie (11.200 posti).
In tre anni le classi dovranno avere mediamente 4 alunni in più.
Ben 26.900 posti in organico verranno sottratti nel triennio 2009/2012 alle scuole secondarie di 1° grado rendendo di fatto inattuabile quell’autonomia organizzativa e didattica prevista dalla legge di rango costituzionale sull’AUTONOMIA delle ISTITUZIONI SCOLASTICHE che ha permesso alle scuole di realizzare processi formativi funzionali alla crescita e al diritto di apprendere degli alunni, i quali vengono così arricchiti da esperienze laboratoriali diverse, attività di recupero e potenziamento, progetti, integrazione degli alunni stranieri, uscite didattiche finalizzate alla crescita culturale, attraverso la conoscenza diretta di opere d’arte, ambienti naturali e storici.
La cosiddetta “essenzializzazione” della scuola promossa dal governo e dal ministro Gelmini si presenta quindi soltanto come un impoverimento e una restrizione dell’offerta formativa, e una riduzione drastica delle risorse umane che rappresentano l’elemento fondamentale della scuola.
Il ritorno all’”antico” voto decimale è solo una scelta semplificatoria e mediatica falsamente rassicurante per “incantare” le famiglie e nascondere la reale mancanza di un progetto che possa essere definito “riforma” della scuola.
Il Collegio Docenti della SMS “L.Conti” di Buccinasco (MI), vista la legge 133/08 e in particolare l’art. 64, visto il PIANO PROGRAMMATICO degli INTERVENTI SULLA SCUOLA, visto il DL .137, esprime preoccupazione e contrarietà per l’insieme dei provvedimenti che anzichè costituire un progetto di riforma per le scuole, sono volti soltanto ad una “razionalizzazione” delle risorse umane che in tre anni si impegna a tagliare 87.400 posti tra i docenti e 44.500 posti del personale ATA.
Non c’è alcun margine all’incomprensione o alla falsificazione di questo piano deleterio perchè il quadro è presentato in modo chiaro e puntuale.
I tagli si ottengono in gran parte nelle scuole di base:
1. dall’innalzamento del rapporto alunni/classe (12.800 posti nel triennio)
2. dalla determinazione dell’organico delle scuole primarie e secondarie di 1° grado con il solo orario obbligatorio (44.800 posti nel triennio)
3. dalla riduzione degli specialisti in lingua inglese nelle scuole primarie (11.200 posti).
In tre anni le classi dovranno avere mediamente 4 alunni in più.
Ben 26.900 posti in organico verranno sottratti nel triennio 2009/2012 alle scuole secondarie di 1° grado rendendo di fatto inattuabile quell’autonomia organizzativa e didattica prevista dalla legge di rango costituzionale sull’AUTONOMIA delle ISTITUZIONI SCOLASTICHE che ha permesso alle scuole di realizzare processi formativi funzionali alla crescita e al diritto di apprendere degli alunni, i quali vengono così arricchiti da esperienze laboratoriali diverse, attività di recupero e potenziamento, progetti, integrazione degli alunni stranieri, uscite didattiche finalizzate alla crescita culturale, attraverso la conoscenza diretta di opere d’arte, ambienti naturali e storici.
La cosiddetta “essenzializzazione” della scuola promossa dal governo e dal ministro Gelmini si presenta quindi soltanto come un impoverimento e una restrizione dell’offerta formativa, e una riduzione drastica delle risorse umane che rappresentano l’elemento fondamentale della scuola.
Il ritorno all’”antico” voto decimale è solo una scelta semplificatoria e mediatica falsamente rassicurante per “incantare” le famiglie e nascondere la reale mancanza di un progetto che possa essere definito “riforma” della scuola.
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